Angela Petruzzi, artist in Bologna
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About
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Angela Petruzzi nasce a Borgosesia nel 1970, è autodidatta dipinge a olio e acrilico o tecnica mista espone in diverse mostre in Italia e all’estero. È presente in diversi cataloghi d’arte. Vive ed opera a Bologna.
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La nascita artistica di AP è perenne. Da sempre, infatti, ha cercato di coniugare ogni sua attività professionale con l’impeto artistico, in particolare con il colore. È il colore, con la sua voluttà, a plasmare ogni soggetto e ogni direzione. Così per il make-up, per la fotografia, e infine per l’attuale professione, hair stylist. È stato l’amore per la bellezza delle sfumature e per la matericità stessa del colore a costruire ogni momento professionale, quasi a rendere ogni mestiere un’arte. Fino a quando, coraggiosamente, esso ha sfondato la tela. Un atto di coraggio sì: come quando a nuoto si abbandonano le acque tranquille per approdare in mare aperto, così Angela ha sparato se’ stessa, attraverso il colore, sulla tela
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Le prime tele, Trappole Astratte, sono emozioni potenti che, con la velocità di un proiettile, si fissano senza essere immobili, quasi in un vortice, di cui è fatica cogliere l’inizio e la fine. Perché semplicemente non ci sono: la tela diventa un continuum del pensiero, la sua reale estensione. Perciò la non figuratività è solo apparente; a ben guardare si possono distinguere mari, vele, uragani, regine, ballerine, donne comunque. Spesso sentiamo la necessità di un recupero del nostro tempo, quasi come se questo non facesse altro che scivolare via in attimi che, vuoti di consapevolezza, si susseguano senza alcuna poesia. Tornare a riappropriarsi della propria dimensione intima tramite l’indagine di sé stessi è un’esigenza legittima e da perseguire, che l’arte può favorire in modo del tutto spontaneo e trasformativo.
Nella recente serie “Il gran ballo della vita” dove le protagoniste, sempre donne in quanto datrici di vita, possono essere tutto: fiori, ballerine, uccelli. E soprattutto possono essere guardate in tutti i sensi, non esiste un punto di vista privilegiato da cui osservarle perché valgono tutti, senza pregiudizio e senza stereotipi a qualificarne un ruolo. Come la donna può, in modo ancestrale, creare la vita, così il nostro sguardo può creare un soggetto, a seconda dello stato d’animo di chi guarda.
La lentezza è il minimo comune denominatore per l’artista che, affidandosi o al colore o alla macchina fotografica, rappresenta l’esigenza sempre più pressante di ritrovare una dimensione necessaria al proprio dialogo interiore. Forme avvolgenti e portatrici di prosperità assumono le fattezze di astanti senza volto, icone universali di grazia e bellezza che invitano chi guarda a oltrepassare la superficie apparente alla ricerca del significato nascosto.
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Quale sia il contenuto sono le stesse forme a rivelarlo: esse appaiono danzare o incedere leggere, invitando a percepirne l’esistenza come un intero vaporoso procedere in equilibrio, planando con cuore leggero e sguardo ironico sugli avvenimenti della vita. Non mancano gli omaggi alla grande pittura del secolo scorso, con uno sguardo prediletto su Giorgia O’Keeffe e sulla sua coinvolgente ricerca della femminilità: attraverso lo sguardo di Angela Petruzzi il passato diviene occasione poetica di confronto con sè stessi e la propria anima, in un silenzio carico di gioiosa consapevolezza emotiva.